Immagina una vecchia istituzione, un’azienda con più di 100 anni che decide di scommettere sui propri giovani e sul loro potere di essere agili.
Con un gruppo di talentuosi formatori e facilitatori, sono stato coinvolto da DevOnD, una società di gestione del cambiamento orientata a livello internazionale, in uno dei programmi di formazione professionale più brillanti che abbia mai gestito.
Non posso fornire maggiori dettagli, ma questo grande cliente internazionale, sentendo la spinta del cambiamento nel proprio mercato, ha deciso di affidarsi alle persone piuttosto che cercare di forzare un cambiamento a livello organizzativo. Il top manager che ha lanciato il progetto possiede coraggio e ottimismo nel pensare che formare la prossima generazione di manager in un modo aperto all’innovazione cambierà l’azienda stessa.
Due giorni dedicati alla business agility come strumento per promuovere lo sviluppo dei talenti e farne una classe manageriale orientta agli impatti piuttosto che agli output. Il giovane gruppo di manager comprende davvero il potere di:
- un processo di iterazione
- una tribù di risorse
- uscire dalla zona di comfort
Come può un processo del genere essere applicato in un’organizzazione che non è agile? Sulla fiducia nei propri talenti. Questa fiducia si basa sulla consapevolezza che il futuro non è prevedibile e che non c’è motivo di aspettare, sentirsi impotenti o spaventati. Gli individui e il gruppo si rendono conto che possono concentrarsi su ciò che è in loro potere invece di ciò che non possono cambiare.
Vedere il team passare dallo scetticismo all’impiego della mentalità in un solo giorno è stato davvero stimolante e ha rafforzato la probabilità che il nuovo team di gestione sarà capace di affrontare il cambiamento e anticipare le mosse per essere resiliente e garantire impatti (e redditività) rispetto alle sfide del mercato.
Il programma di formazione ha una base solida e può essere un modello per far emergere la prossima generazione di responsabili del cambiamento.
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